Nuova Riveduta:

Atti 15:10

Or dunque perché tentate Dio mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i padri nostri né noi siamo stati in grado di portare?

C.E.I.:

Atti 15:10

Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare?

Nuova Diodati:

Atti 15:10

Ora dunque perché tentate Dio, mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi abbiamo potuto portare?

Riveduta 2020:

Atti 15:10

Ora, dunque, perché mettete alla prova Dio ponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare?

La Parola è Vita:

Atti 15:10

Allora, perché cercate di cambiare ciò che ha fatto Dio, imponendo a questi credenti dei doveri, che neppure noi e i nostri antenati siamo riusciti a rispettare?

La Parola è Vita
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Riveduta:

Atti 15:10

Perché dunque tentate adesso Iddio mettendo sul collo de' discepoli un giogo che né i padri nostri né noi abbiam potuto portare?

Ricciotti:

Atti 15:10

Or dunque, perchè mai tentate Dio a porre sul collo de' discepoli un giogo che nè i padri nostri nè noi abbiam potuto portare?

Tintori:

Atti 15:10

Perchè dunque voi tentate Dio coll'imporre sul collo dei discepoli un giogo che nè i padri nostri, nè noi abbiamo potuto portare?

Martini:

Atti 15:10

Adesso adunque perché tentate voi Dio per imporre sul collo de' discepoli un giogo, che né i padri nostri, né noi abbiamo potuto portare?

Diodati:

Atti 15:10

Ora dunque, perchè tentate Iddio, mettendo un giogo sopra il collo de' discepoli, il qual nè i padri nostri, nè noi, non abbiam potuto portare?

Commentario abbreviato:

Atti 15:10

7 Versetti 7-21

Dalle parole "purificando i loro cuori per mezzo della fede" e dal discorso di San Pietro, vediamo che la giustificazione per fede e la santificazione per mezzo dello Spirito Santo non possono essere separate e che entrambe sono un dono di Dio. Abbiamo un grande motivo per benedire Dio per aver ascoltato il Vangelo. Possiamo avere quella fede che il grande Cercatore di cuori approva e attesta con il sigillo dello Spirito Santo. Allora i nostri cuori e le nostre coscienze saranno purificati dalla colpa del peccato e saremo liberati dai fardelli che alcuni cercano di imporre ai discepoli di Cristo. Paolo e Barnaba dimostrarono con fatti evidenti che Dio aveva autorizzato la predicazione del Vangelo puro ai Gentili senza la legge di Mosè; quindi imporre loro quella legge significava annullare ciò che Dio aveva fatto. L'opinione di Giacomo era che i gentili convertiti non dovessero preoccuparsi dei riti ebraici, ma che dovessero astenersi dalle carni offerte agli idoli, in modo da dimostrare il loro odio per l'idolatria. Inoltre, si consigliava di metterli in guardia dalla fornicazione, che non era aborrita dai Gentili come avrebbe dovuto, e anzi faceva parte di alcuni dei loro riti. Si consigliava loro di astenersi dalle cose strangolate e dal mangiare sangue; questo era proibito dalla legge di Mosè e anche qui, per rispetto al sangue dei sacrifici, che essendo allora ancora offerto, avrebbe inutilmente addolorato i Giudei convertiti e pregiudicato ulteriormente i Giudei non convertiti. Ma poiché il motivo è cessato da tempo, siamo lasciati liberi in questa, come in altre questioni. I convertiti siano avvertiti di evitare ogni apparenza dei mali che hanno praticato in passato, o che potrebbero essere tentati di praticare; e siano avvertiti di usare la libertà cristiana con moderazione e prudenza.

Riferimenti incrociati:

Atti 15:10

Eso 17:2; Is 7:12; Mat 4:7; Eb 3:9
Mat 11:28-30; 23:4; Ga 5:1
Ga 4:1-5,9; Eb 9:9

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